POESIA E RESISTENZA di Anna Albertano

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Il discorso di Duccio Galimberti del 26 luglio 1943 a Cuneo viene ritenuto l’atto di nascita della Resistenza italiana

Primi Piani dedica questo numero alla Resistenza italiana, alla letteratura che la riguarda, la guerra partigiana ha ispirato autori affermati e soprattutto suoi protagonisti e testimoni che in versi e in prosa l’hanno percorsa e consegnata alla memoria.

Massimo Mila, commissario politico delle formazioni “Giustizia e Libertà” in Canavese – Valli di Lanzo, al momento del congedo scrisse ai partigiani: “C’è un po’ di amarezza nel momento della separazione… la poesia della nostra giovinezza è finita. Ora incomincia la prosa del lavoro nei campi, nelle officine, negli uffici…” (1)

Massimo Mila

Massimo Mila

In quei lunghi mesi di buio, di vita sospesa ad un filo, è stata la risposta all’oppressione nazifascista, nella tragicità degli eventi, a generare “poesia” rischiarando il cammino di chi aveva scelto la via della libertà.   

“Nella sua storia – ha affermato Ferruccio Parri – è solo in questo momento, solo tra il 1943 ed il 1945, che l’Italia dà quello che ha di meglio. Vi è una carica di energia morale che l’Italia non ha mai avuto nella sua storia, mai.” (2)

E sono molti fra coloro che ne hanno preso parte a ricordare quel momento come unico, il più importante della propria vita. (3)

Come ha detto Michele Calandri, “i nostri giovani di allora, disinformati, educati dal fascismo a non pensare, improvvisamente costretti a fare scelte esistenziali, vitali per sé e per il futuro del Paese… da soli, debbono inventarsi la guerra partigiana per porre definitivamente fine al fascismo e cacciare il tedesco.” (4)

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Ferruccio Parri (terzo da sinistra) al corteo della Liberazione a Milano

“La storia d’Italia passa per questa tappa di liberazione” (5 ) e il ruolo che la Resistenza italiana ha avuto nell’esito della guerra è stato riconosciuto dalle forze alleate come dai tedeschi. (6)

Se tuttavia in Gran Bretagna la resistenza alla Germania nazista resta ancora oggi motivo di orgoglio e di un sentimento di superiorità dei britannici verso il resto d’Europa, nel nostro Paese il tema della libertà e della democrazia non appassiona altrettanto, la Resistenza nel migliore dei casi è una commemorazione annuale fra le altre, e a settantacinque anni di distanza non ha trovato una considerazione adeguata nella società, nella scuola, nella cultura.

Foto Bobbio

Norberto Bobbio

Il filo conduttore di molte liriche dedicate ad essa e ai suoi caduti rievoca la violenza subita dal regime di occupazione, che ha cosparso il territorio nazionale di stragi, eccidi, torture su partigiani e sulla popolazione civile, violenza perpetrata da nazisti e fascisti. (7)

Un inferno al quale la Liberazione pone fine. Così la ricorda Norberto Bobbio: “Fu come se un vento impetuoso avesse spazzato d’un colpo tutte le nubi e alzando gli occhi potessimo rivedere il sole di cui avevamo dimenticato lo splendore… Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi.” (8) 

Ada Gobetti

Ada Gobetti

Attingendo alla vasta produzione letteraria esistente, proponiamo alcune poesie e brani di diari e romanzi, testi noti e sconosciuti, dando spazio a voci che hanno combattuto quella guerra e saputo riportarne l’intensità e renderne testimonianza nella pagina scritta, tra queste Ada Gobetti, figura di spicco tra le protagoniste della Resistenza italiana. (9)

Per la narrativa, fra gli altri ricordiamo Beppe Fenoglio e Luigi Meneghello, due grandi scrittori, coetanei, entrambi partigiani (con gli azzurri Fenoglio, con gli azionisti Meneghello) e anticonformisti, anche nel rapporto con la scrittura e la memoria. Pur in modo diverso, la loro lingua, estremamente attuale e lontana da ogni retorica, è espressione di etica e insieme di misura.

Di Carlo Levi riportiamo brani da L’orologio, romanzo che racconta la fine del governo di Ferruccio Parri fondato sui valori della Resistenza, la breve illusione di un futuro diverso per l’Italia, naufragata per l’immobilismo di Roma, della classe politica, dopo pochi mesi già dimentica della volontà di cambiamento emersa con la guerra di liberazione. (10)

NOTE

1)Bruno Rolando, La Resistenza di “Giustizia e Libertà” nel Canavese, Enrico Editore, 1981, p. 351.

2) Ferruccio Parri, Il CLN e la guerra partigiana, lezione al Teatro Eliseo di Roma, 1960.

3) Si ricordano fra i tanti, i volumi di due partigiani “Giustizia e Libertà”:

Guido De Rosa, Le ore più belle. Diario di un partigiano nel Canavese, (prima edizione 1945), Edizioni del Capricorno, 2014.

Enzo Biagi, I quattordici mesi. La mia Resistenza, Rizzoli, 2009.

4) Dall’intervento del Prof. Michele Calandri, a lungo direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, in occasione delle celebrazioni del XXV aprile a Canale:  https://liberidiresistere.wordpress.com/2009/04/27/xxv-aprile-a-canale-intervento-del-dott-calandri/

5) Ferruccio Parri, op.cit.

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Torino, come l’intero Piemonte, viene liberata dai partigiani prima dell’arrivo degli alleati. I violenti scontri durano per giorni.

6) “A giudizio delle stesse autorità alleate, la Resistenza italiana giocò un ruolo importante per l’esito della guerra in Italia e, a costo di grandi sacrifici umani, cooperò attivamente a indebolire le forze nazifasciste, a minarne il morale e a renderne precarie le retrovie, impegnando notevole parte delle unità militari o paramilitari del nemico. Anche le fonti tedesche documentano che le forze partigiane furono causa di problemi e difficoltà militari per i comandi e le truppe della Wehrmacht. Secondo il Center for the Study of Intelligence della Central Intelligence Agency, i partigiani italiani ‘tennero sette divisioni tedesche occupate lontano dal fronte [con gli Alleati]’, e con l’insurrezione finale dell’aprile 1945 ‘ottennero la resa di due divisioni tedesche, che portò direttamente al collasso delle forze tedesche entro e attorno Genova, Torino e Milano’”. https://it.wikipedia.org/wiki/Resistenza_italiana

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Genova si libera da sola. I tedeschi vengono fatti sfilare in segno di resa

7) https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Stragi_nazifasciste_in_Italia

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Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia

 8) Norberto Bobbio, Eravamo ridiventati uomini, Testimonianze e discorsi sulla Resistenza in Italia, Einaudi, 2015.

9) Ada Prospero sposa giovanissima Piero Gobetti. Negli anni del fascismo la loro casa è al centro di una rete clandestina di intellettuali, che porterà alla costituzione del movimento di “Giustizia e Libertà”. Nel 1941 Ada partecipa alla fondazione del Partito d’Azione. Dopo l’8 settembre 1943, con il figlio Paolo, entra nella Resistenza, costituendo un primo nucleo di partigiani e mantenendo i collegamenti tra Torino e le formazioni “G.L.” operanti in Val Susa e in altri centri del Piemonte. È  fondatrice dei Gruppi di difesa della donna.

10) Tra gli obiettivi del Governo Parri, fondato sull’antifascismo e sulla memoria della Resistenza, insieme alla lotta alla partitocrazia, vi era l’epurazione dall’amministrazione pubblica di tutti coloro che avevano collaborato col regime fascista. Parri fu inoltre tra i primi politici a denunciare l’esistenza della mafia nell’Italia meridionale e a proporre una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata.